Ci sono numerose azioni che si possono fare per salvaguardare la salute del tuo caminetto, una di queste è scegliere con attenzione il legname combustibile, onde evitare spiacevoli danni o sorprese.
Molte volte diamo per scontato che in quanto legna, tutte le tipologie siano adeguate. Ci sono infatti alcuni tipi di legna che bisognerebbe evitare, ecco alcuni esempi:
- legna trattata: essa crea un duplice disagio poiché a lungo termine danneggia la canna fumaria, mentre a breve termine potrebbe sprigionare fumi tossici per le persone all’interno della stanza. È bene dunque evitare la legna di scarto proveniente dalle demolizioni o da vecchi mobili verniciati.
- legna umida: l’umidità ha bisogno di calore per evaporare, il che implicherebbe togliere quest’ultimo all’ambiente solamente per far asciugare il combustibile.
- pannelli di legno truciolare: esso rilascia nell’ambiente gas velenosi derivati da solventi, colle e quant’altro.
- la legna resinosa, quella che viene da alberi come abete, pino e larice non è l’ideale soprattutto se si utilizza un camino anche per cucinare. Queste resine rilasciano sostanze tossiche che rendono nocivo l’ambiente e nel caso anche i cibi cucinati.
Come accorgervi se ciò che state bruciando è adatto o meno al vostro caminetto?
Se la fiamma è di color mattone o rosso scuro, la combustione non è ottimale; viceversa una fiamma gialla e rossa con sfumature blu è segno di una buona combustione.
Solitamente il residuo di una combustione andata a buon fine presenta cenere di colore grigio chiaro e bianco. In particolare, se nei camini è presente una grande quantità di fuliggine è un segno di spreco e di scarsa efficienza. Una combustione completa si ha infatti quando il rilascio di fuliggine è minimo.
Una delle cose fondamentali che garantiscono la buona combustione è la pulizia periodica della canna fumaria e del camino, avendo cura di togliere anche tutta la cenere depositata.